Tra un po ritornerà il caldo e allora ricomincerà un rito… poltrona, gambe distese, birretta sul tavolino e fumetto tra le mani con la luce solo della finestra. Si smette di leggere solo quando il sole cala. Vediamo pó cosa potrebbe escire dal frigorifero e cosa prenderei dalla mia libreria…
Una BREWDOG JACK HAMMER ad esempio
La JackHammer è una Double IPA con uno spiccato IBU che domina la sua degustazione. Dal colore ambrato, al naso presenta note tropicali ed erbace. Al palato l’approccio è maltoso e resinoso ma subito dominato dal finale amaro netto e pulito. Il finale è erbaceo e molto persistente. Chi ama le birre con un finale ‘schietto e deciso’ dovrebbe provarla, come schiette e decise sono queste due opere:
“FA UN PO MALE” di Nicoló Ammaniti
Tre storie classiche di Niccolò Ammaniti – sceneggiate da Daniele Brolli e disegnate dalla matita dark di Davide Fabbri – che creano un unico mondo. Un mondo dove puoi ridere, fino a morirne.
“NEWBORN ALFA” opera prima dei fratelli Andrea e Matteo Leoni.
Newborn è un fumetto Noir che racconta la storia di 5 uomini che nell’inverno del 2011 si trovano invischiati in una vicenda piû grande di loro…
“Ti sei mai chiesto perché chiamano New York la cittá delle torri? Semplice, perché solo qui l’uomo é un passo piú vicino al cielo ”
Una geniale particolaritá del progetto é la possibilitá di leggere la storia ascoltando ina sua colonna sonora collegandosi a projectkrone.bandcamp.com
Però sono un po’ indeciso perché a fianco della Brewdog c’è una elegante De Ranke.
NOIR DE DOTTIGNIES appunto
Belgian strong ale. 9%
Birra Artigianale tipo dubbel dal carattere estremamente luppolato. Colore rosso rubino leggermente traslucido, riflessi delicatamente ramati in controluce e uno splendido cappello di schiuma, morbida, cremosa e di lunga persistenza. Ciò che colpisce di più è il gusto di questa birra, dalla carbonazione delicata ed equilibrata: il tostato e torrefatto del caffè e del malto bruciato che si integrano perfettamente con un amaricante prorompente avventurosa e pericolosa per il suo grado, come i fumetti di SERGIO BONELLI
Figlio di Gian Luigi Bonelli (creatore di Tex e fondatore della casa editrice Audace) e di Tea Bonelli, che dal 1946 ha preso le redini della casa editrice dell’ex marito, entra giovanissimo nel mondo del fumetto e dell’editoria facendo il tuttofare nell’impresa di famiglia: da fattorino a magazziniere, fino a rispondere alle lettere dei lettori.
Esordisce nel mondo del fumetto nel 1954 con lo pseudonimo di Annalisa Macchi come autore dei testi di un libretto disegnato da Roy D’Amy e dedicato all’indiano Ciuffetto Rosso.
Nel 1957 prende in mano la casa editrice Araldo, la futura Sergio Bonelli Editore, una delle case editrici di fumetti più importanti (come numero di copie stampate) nel panorama italiano, subentrando nella direzione alla madre Tea.
Intraprende anche la strada della sceneggiatura con lo pseudonimo di Guido Nolitta, scelto per evitare di essere confuso con il padre. In tale veste la sua prima fatica è la serie Un Ragazzo nel Far West pubblicato a partire dal 1958 e realizzato graficamente da Franco Bignotti. Due anni dopo scrive Il Giudice Bean che verrà realizzato da Sergio Tarquinio e pubblicato solo nel 1963 nella collana Gli Albi del Cow Boy.
Nel 1961 crea uno dei più grandi successi della casa editrice: Zagor, personaggio “ibrido” tra Tarzan e il western, con forti incursioni nel fantastico, grazie al quale Bonelli può dar sfogo a tutta la sua passione per il genere avventuroso in tutti i suoi aspetti.
Quattordici anni dopo, nel 1975, darà vita a quello che considererà sempre il suo figlio prediletto: Mister No, uno scanzonato ex soldato statunitense che vive nella Manaus degli anni cinquanta.
È anche il primo sceneggiatore a sostituire suo padre sulle pagine di Tex, dove esordisce con la storia dal titolo Caccia all’uomo disegnata da Fernando Fusco e pubblicata sul numero 183 della serie, datato gennaio 1976. Per i disegni di Aurelio Galleppini realizza poi L’uomo del Texas, volume della collana Un uomo un’avventura.
I crescenti impegni in veste di editore lo costrinsero tuttavia a ridurre drasticamente la sua attività di autore, interrompendo la scrittura delle sceneggiature di Zagor nel 1980 e riservandosi di scrivere ancora le storie di Mister No fino al 1995 (pur affiancato da uno staff di altri autori). Dopo vari anni di inattività come scrittore, in occasione dell’ultima avventura di Mister No è tornato alla macchina da scrivere: è stato infatti lui a dare l’addio al personaggio che più ha amato. La lunga storia è cominciata nell’albo di settembre 2005 ed è terminata alla fine del 2006. Le avventure di Mister No sono poi continuate negli albi speciali con periodicità semestrale fino al 2009.
A gennaio 2007 ha preso il posto di Decio Canzio alla direzione generale della Sergio Bonelli Editore.
Nel 2007 l’Università la Sapienza di Roma lo ha insignito della Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione, mentre nel 2008 il comune di Milano lo ha insignito del prestigioso premio Ambrogino d’oro
Direi che ho l’imbarazzo della scelta…