Anche quest’anno la fiera di Rimini è andata. Vi ho un pò tradito: non sono riuscito a mantenere le promesse fatte due settimane fa e ho saltato l’appuntamento di una giornata.Poco male: tre giorni di fiera sono stati sufficienti, mi sono detto lacrime agli occhi, cercando di auto convincermi.
Rimpiango l’ultimo giorno in particolar modo per aver mancato l’interessante incontro sul controllo del ph lungo la catena produttiva a cura di Elio Moretti e per non essere riuscito ad assaggiare l’offerta di tutti i birrifici di cui mi ero ripromesso. Dunque, dopo una mole impressionante di assaggi, chiacchiere, risate, foto ed informazioni alle spalle, ecco il mio resoconto di Beer Attraction 2019.
Le Birre bevute
Inizio col ringraziare la generosità di tutti i birrai: la loro disponibilità e gentilezza mi ha costretto a tornare a casa con tanti gettoni inutilizzati. Preferisco sempre tanti assaggi in piccole quantità piuttosto che 10 cl di una sola birra, per poter arrivare a fine giornato in pieno possesso delle mie capacità cognitive. Tanti amici e conoscenti ritrovati in Fiera mi hanno dato la possibilità di confrontarmi con loro per discutere in maniera critica di ciò che trovavamo ogni volta nel bicchiere, formulando giudizi più equilibrati e consapevoli, in barba agli inevitabili gusti personali.
Quest’anno ho bevuto bene un pò ovunque, ma pochi sono stati i birrifici che mi hanno convinto dalla prima all’ultima birra. Ho visitato una quantità spropositata di stand, perciò non me ne vogliate se parlerò solo di alcuni.
Pronti e via…
Birrificio Opperbacco
Sono partito con le IPA che avevano alla spina e devo dire che l’equilibrio era veramente notevole. La carica aromatica non era poi così estrema in favore di una coerenza di bevuta dall’inizio alla fine che si sviluppava in piacevoli giochi sul profilo luppolato. Il bilanciamento dei malti e finali amari molto lunghi quanto delicati invogliavano al sorso successivo. Ho poi provato assieme agli amici la linea di birre acide proposte, trovandole piacevoli ed equilibrate.
Giudizio molto positivo.
Birrificio Lambrate
Anche qui, nulla da dire. La birra che mi ha stupito di più è stata la Tiramisù Imperial Stout, vincitrice nella sua categoria. La complessità era notevole, il volume di sapori molto alto e perciò personalmente non riuscirei a bere oltre le tre dita di birra. Una birra da fine serata, dunque, per chiudere col botto.
Giudizio, anche qui, positivo.
Birrificio Crack
La cantina di Crack mi ha convinto. La IGA Merlot riserva 2017 in versione barricata che avevano alla spina era semplicemente perfetta. Il loro barley wine, lontano dai miei gusti personali, era molto interessante quanto complesso, con una spiccata presenza di legno, permanente persino a fine bevuta. Sulle luppolate (cavalli di battaglia storici del birrificio) non sono rimasto molto soddisfatto, ma probabilmente è un mio problema.
Giudizio nel complesso positivo.
Birrificio La casa di cura
Non avevo mai bevuto le loro birre e sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’offerta. Prodotti molto validi, complimenti…
Birrificio Bellazzi
Sono andato a salutare Ale e Fede di birra Bellazzi, con i quali ho anche avuto il piacere di trascorrere una giornata intera in birrificio. Ho bevuto le loro birre e le ho confrontate con produzioni di altri birrai affini per categoria. Ora più che mai sono convinto dell’unicità delle loro produzioni, stilisticamente fuori dai canoni cui
siamo abituati, con caratteristiche uniche a distinguerle.
Piacciono o non piacciono, nessun compromesso.
Birrificio Manifatture Birra Bologna
Quando tre anni fa incappai quasi per sbaglio in questa beerfirm, sempre a Rimini, mi fermai a bere da loro e provai tutte le quattro birre che offrivano. Rimasi molto stupito dalla qualità e dalla passione del proprietario.
Gli amici, ovviamente, accolsero le mie riflessioni con scetticismo. Nel giro di noi beernerd e homebrewers il birraio non era molto conosciuto, persino tra alcuni dell’area bolognese, dove il birraio abita. Mi stupirono in particolar modo la Porter e la Kolsch (stile molto difficile da replicare, nonostante la sua semplicità). Proprio
quest’ultima birra, quest’anno, è stata premiata a birra dell’anno come vincitrice di categoria. La qualità riscontrata due anni fa è stata confermata ufficialmente, alla faccia degli amici scettici.
Chapeau!
Birrificio Vetra
Senza mezzi termini, ritengo la loro Pils il miglior esempio italiano in stile che abbia mai bevuto. Tutte le loro altre birre sono buone, beverine e non impegnative. Sono rimasto contento.
Giudizio più che positivo.
Birrificio Losa
Ero partito prevenuto: mi aspettavo qualità non molto alta, poca attenzione ai particolari e birre mediocri. Mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo! Il malto è di loro produzione, lascia un’;impronta mielata molto piacevole, ravvisabile soprattutto nella loro EPA (alla quale, giudizio personale, dovrebbero correggere l’amaro rendendolo più gentile). Con le IPA potrebbero spingere maggiormente sul luppolo. Ciononostante, ho scoperto delle produzioni valide, senza grossi difetti e con un buon equilibrio di bevuta. Interessante la Stout con peperoncino, che lascia un tocco piccante molto leggero una volta finito il sorso, invogliando al successivo.
Giudizio positivo.
Birrificio Foglie D’Erba
L’esperienza qui si sente tutta. Ad onor del vero, devo ammettere di non aver assaggiato tutta l’offerta, ma questo birrificio è più di una certezza, è la mia “confort zone”. Quando devo riprendermi da qualche bevuta non azzeccata, so dove andare. Se il mio palato grida aiuto ripiego sui birrifici che, come questo, sono sempre delle garanzie.
Giudizio molto positivo.
Birrificio San Gimignano
Con la mia ragazza un anno fa capitai a San Gimignano e vidi l’insegna del birrificio dalla strada.
Sfortunatamente quel giorno erano chiusi.
Quando scoprì che era presente il loro stand, lo misi tra le mie visite in programma. Ho assaggiato tutte le loro birre che purtroppo a mio avviso non sono ancora pronte per palcoscenici come quello di Beer Attraction, perché rimangono poco equilibrate. La passione non manca di certo, tuttavia accanto ai birrifici presenti questo non riesce a distinguersi. È veramente un peccato vista l’esperienza non indifferente alle spalle del birraio. Rimango tuttavia con la speranza che questa piccola realtà sarà in grado di stupirci, tra qualche annetto.
Per il momento il mio è un nì… ma staremo a vedere.
Birrificio Hammer
Lo conoscete tutti quindi “che ve lo dico a fare…” Vi segnalo solamente la loro hoppy saison, apprezzata di più dai miei amici, visto che questo stile non è tra i miei preferiti.
Le persone incontrate Impossibile elencare tutti. Comunque, fidatevi, sono tanti amici con i quali condivido la passione per la Birra Artigianale. Perché Beer Attraction è soprattutto questo: trovarsi tutti assieme tra gli stand, rilassati, a parlare, ridere e scambiarsi qualche battuta. Trovo persino bello perdersi tra la folla per incontrare qualcun che hai perso di vista da tempo, un amico, un conoscente con cui scambiare quattro chiacchiere ed andare ad assaggiare un paio di birre per festeggiare il fortuito incontro.
Quindi grazie a Davide, Luca, Brio, Simone, Luca, Daniele e Daniele (2), Matteo, Marco… solo per elencarne alcuni. Alla vostra ragazzi!
I Seminari
In questa sede vi parlo solamente dell’interessantissimo corso di spillatura tenuto da Michele Galati, publican del Pub L’abbazia di Sherwood. Un piccolo incontro per capire l’importanza della corretta pulizia, risciacquo e infine scelta del bicchiere al fine esaltare le caratteristiche dello stile servito (anche se non esiste il bicchiere da birra perfetto).
Imparare l’importanza dei movimenti corretti da eseguire durante la spillatura o anche solo nel mescere dalla bottiglia è inoltre fondamentale. Non sto ad annoiarvi parlandovi dei laboratori specifici sulla produzione, di quelli sui social legati al mondo della birra o i vari corsi di degustazione, assaggio e confronto ragionato, anche perché troverete tutto sul sito dell’evento.
Sperando di non avervi annoiato troppo, alla prossima e buona bevuta!