Fuck Art…

Ok, il birrificio To Øl è a mio avviso fantastico, ma voglio introdurre anche un protagonista del loro straordinario successo, Kasper Ledetè.
“Ma chi ca°#@ è Kasper Ledetè” vi chiederete…
Kasper Ledetè è il graphic designer e art direction per le etichette, merchandising e branding del birrificio artigianale danese To Øl.

Non ho le competenze tecniche per introdurre la sua visione grafica del progetto, ma lascio questo compito alle sue parole:

“To Ol è una piccola fabbrica di birra danese fondata da Tore Gynther e Tobias Jensen nel 2007. Viaggiano il mondo per creare birre artigianali esclusive e esplorare le frontiere della produzione di birra. Ratebeer.com  ha classificato To Øl nel 2013 tra i migliori 50 birrifici al mondo e come il miglior birrificio emergente nel mondo nel 2014. I loro prodotti sono venduti in più di trenta paesi. Dal 2010 To Øl ha prodotto più di 100 birre diverse.

Le grandi fabbriche di birra come Carlsberg, Heineken o Budweiser hanno solo una linea di una decina di birre che producono costantemente. Esse possono beneficiare di un approccio pubblicitario e progettuale importante, ma molto continuo. L’ampio portfoglio di birre di To Øl – spesso costituite da piccoli lotti prodotti solo in quantità limitate – deve invece avere una strategia di design più aperta, per rispecchiare lo stile sperimentale della fabbrica di birra.

Tutte le etichette sono diverse. Non esiste un sistema di design rigoroso. Ogni birra o prodotto di merchandaising è considerata come una singolarità, Solo in logo ricorrente aiuta a stabilire un grado di continuità per identificare i vari disegni come appartenente alla famiglia To Øl. Alcune delle birre quando prodotte, mantenendo comunque una continuità, possono avere delle varianti. Altre sono diverse versioni di quelle precedenti. Ciò deve riflettersi nei disegni utilizzando gli stessi colori, immagini, modo di immissione del testo o la composizione.

Sto usando diversi approcci quando si progetta per To Øl. A volte il nome della birra non è nemmeno visibile sull’etichetta frontale. Diverse immagini e il design possono obbligare il consumatore ha girare la birra per vedere il layout completo. A volte belle immagini sono interrotte da effetti photoshop volutamente maldestri o frammenti di testo indipendente occupano l’etichetta. Si tratta di una sorta di effetto Verfremdung (*), di disidentità o distanziazione. Vorrei dare al consumatore una conoscenza del design e del prodotto che stanno acquistando. Ogni etichetta cerca di rappresentare ciò che una birra vuole essere proprio come ogni birra cerca di rappresentare al meglio il proprio sapore.

Ogni disegno è realizzato con un approccio concettuale libero con riferimenti talvolta al nome, agli ingredienti o al tipo di birra. Non ci sono linee guida specifiche o elementi ricorrenti, ad eccezione del logo, ma c’è sempre uno stile “sciolto” che attraversa ogni volta un progetto. Questa strategia è rara nel mondo delle birre o anche nel packaging design in generale. Si tratta di un modo di progettare che è molto più comune nell’industria della musica in cui le copertine dei dischi dello stesso artista possono avere un aspetto diverso per ogni realizzazione, ma costituiscono un’unica  sensazione generale.

Fin dall’inizio i disegni sono stati prevalentemente realizzati in digitale. Utilizzando programmi Adobe e fotocamere digitali. È importante che il design rispecchi gli strumenti del grafico contemporaneo. Questo ha a che fare con il desiderio di lasciare che sia l’idea a parlare per sé. E ‘anche un modo di distinguere To Øl da fabbriche di birra più grandi che utilizzano effetti grafici per far si che i consumatori acquistino i loro prodotti. Sto cercando di creare una sorta di onestà sovversiva.

La strategia informale del disegno naturalmente non ha sempre altrettanto successo. Ogni disegno è un esperimento e alcuni sono migliori di altri. A volte sono censurati a causa della legislazione dei paesi dove si vendono le birre. Questa libertà di sbagliare è un enorme vantaggio per il processo creativo. E ‘anche interessante il fatto che ciò che percepisco come un disegno brutto o sbagliato può essere apprezzato da alcuni dei consumatori e viceversa.
Vedi i singoli casi di Sai-Kaki-Son e Stalins Organ.”

La traduzione delle sue parole sia esaurientemente corretta, non è stato facile, chi è nello specifico Kasper Ledetè vi rimando al suo sito http://kasperledet.dk/ e buon divertimento.

(*)
Effetto Verfremdung
Immagini, manipolate ad arte per sovrapporre artificio ad artificio, annullare la distinzione tra verità e finzione e moltiplicare all’infinito il meccanismo di continuo slittamento della realtà nell’illusione, che si formano, crescono e definiscono in maniera imprevedibile, ma sempre artificiale a creare interessanti commistioni, raffinate decontestualizzazioni e intriganti alterazioni dell’immaginario collettivo, in cui convivono, distorti in una improbabile mescolanza, kitsch e camp, pop e pulp, eros e violenza.
Le immagini dell’arte innescano un processo di ricostruzione di una realtà diversa, che della prima è immagine artefatta

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